Un anno fa, in piena “guerra ai no-vax”, avevo deciso di macinare diversi chilometri per intervistare il “maestro Fabio”, uno dei tanti docenti sospesi per non aver adempiuto alla vaccinazione anti-covid. Pochi mesi dopo, a marzo, mi feci una chiacchierata anche col “dottor Schaffner”, anche lui sospeso dal ruolo per la sua mancata vaccinazione. Oggi ho la gioia di aggiungere un tassello a quel mondo di “signori nessuno” cui ho voluto dare voce nel mio piccolo spazio sul web. “Signor nessuno” è una locuzione che spesso viene usata in modo dispregiativo, per sottolineare l’assenza di particolari doti distintive in una persona. Qui ne vorrei invece rivendicare un uso “umanista”, che rimetta al centro dell’attenzione l’essere umano in quanto tale: nella sua individualità e nella dignità che lo accomuna a tutti i suoi simili.
Quindi vi parlerò di “Cindy P.”(1)Nome di fantasia a scelta dell’intervistata. Anche alcune informazioni non salienti sono state leggermente modificate al fine di tutelare la sua privacy e non renderla riconoscibile., una giovane donna di 33 anni che, con due dosi di Pfizer e una di Moderna alle spalle, oggi accusa problemi cardiaci debilitanti che l’hanno portata a pentirsi delle scelte fatte in ambito vaccinale. Problemi cardiaci che, a detta del suo medico di base e del cardiologo che la segue, non sono in alcun modo riferibili alle vaccinazioni, come invece lei sente che sia. Una chiusura così rigida e radicale, da parte della medicina “convenzionale”, che Cindy ha sentito l’urgenza di rivolgersi anche al mondo della medicina “non mainstream”, a uno di quei medici che si occupano di analizzare il sangue con la tecnica della microscopia in campo oscuro, alla ricerca di quelli che molti considerano evidenti danni da vaccino. Di questa esperienza in cui l’ho accompagnata, parlerò a seguito dell’intervista.
Allora, Cindy, raccontaci prima brevemente di te: se hai studiato, che lavoro fai, com’è la tua vita.
Io ho 33 anni, sono laureata in Fisica, ho un figlio di 4 anni e lavoro nel campo delle tecnologie digitali. Dal punto di vista sanitario ho sempre goduto di ottima salute: facevo una vita attiva e praticavo anche diversi sport.
E poi cos’è successo?
Poi è venuto il Covid, è uscito ‘sto vaccino… Io all’inizio ero molto fiduciosa, anche perché non avevo capito che il Covid fosse un’influenza. Pensavo che fosse un morbo come quello della mucca pazza, oppure l’ebola: qualcosa che ti stronca, no?
Cioè qualcosa con una letalità molto alta?
Sì. E quindi ero molto fiduciosa nel vaccino; e addirittura contestavo quelli che invece si opponevano, perché la vedevo come una paura irrazionale dovuta alla non-accettazione di quella brutta situazione in cui versava il mondo intero, in pratica. Quindi, verso aprile-maggio 2021, ho fatto la prima dose di Pfizer, e l’ho fatta volentieri. Credevo nel vaccino e sapevo che c’era qualcuno che non voleva farlo, ma appunto perché ci credevo non biasimavo chi non si voleva vaccinare: dicevo “Peggio per loro se non si vogliono vaccinare”; però non è che gli dicevo “Ah no, dovete morire!”. Poi però vedevo che le cose continuavano a non cambiare, c’erano troppe cose sospette, e vedevo che si trattava di un vaccino che non ti protegge dal contagio e non ti protegge neanche dalla morte, perché non era vero che chi si vaccinava non moriva, come non era vero che non contagiava e che non veniva contagiato. Quindi iniziavo a capire che era una cosa un po’ inutile.
Quando hai cominciato a vederla in questo modo?
Già quando dovevo fare la seconda dose, nell’estate 2021, non mi andava di farla. La prima mi aveva dato brutti problemi all’intestino. Sentivo come se avessi una congestione ma tutto il giorno, tutti i giorni: non potevo mangiare niente, e ho dovuto fare tante analisi e tante terapie.
Sei stata seguita dal tuo medico di base?
Sì, dal medico di base e da un gastroenterologo.
Quando hai avuto questi problemi cosa hanno detto i medici? Hanno ipotizzato una correlazione col vaccino? È stata fatta una segnalazione ufficiale?
No, nessuno dice mai che è per il vaccino, e quindi non è stata fatta nessuna segnalazione.
Ma tu glielo hai detto che pensavi che fosse una conseguenza della vaccinazione?
Sì, ma il mio medico di base nega sempre che qualsiasi cosa possa essere dovuta al vaccino. Quando ho sollevato l’ipotesi mi ha risposto “No” in maniera molto risoluta, come per dire “Non voglio nemmeno sentir parlare di queste sciocchezze”.
I vaccini li hai fatti col medico di base?
No, agli hub vaccinali.
E quando sei andata a fare le dosi successive hai portato i tuoi dubbi al medico vaccinatore?
Sì, gli ho detto “Guardi, io sto male con l’intestino, ho dei problemi brutti” (alla terza dose era un anno che me li portavo avanti, adesso per fortuna non ce li ho più). Il medico manco mi ha ascoltato, cioè è come se non glielo avessi detto. Senza che nemmeno io avessi finito la frase mi ha detto “No no, il vaccino non c’entra niente!”. Potevo dirgli qualsiasi cosa, che stavo per morire: lui mi avrebbe risposto “Il vaccino non c’entra niente, si faccia la terza dose”.
I problemi all’intestino come li hai risolti?
Seguendo delle lunghissime cure: prendendo degli antibiotici pesanti (due) e sopperendo con degli integratori per la flora intestinale. Avevo un batterio che vive all’interno dell’intestino e che può creare problemi quando c’è un indebolimento generale. In quell’occasione comunque, dopo la seconda dose che ha peggiorato il tutto, sono riuscita a strappare al mio medico di base che questo indebolimento generale era dovuto al vaccino. A mezza bocca l’ha ammesso.
Questa ammissione un po’ ti ha confortata?
No, perché l’ha fatto a mezza bocca. Ma sai cos’è? È più per la questione di fiducia. Perché io quando ho un problema, che sto male, vorrei qualcuno non che cerchi di insabbiare in maniera sfacciata e palese, ma qualcuno che dimostri semmai di essere interessato a me. Anche perché il mio medico di base lo conosco da quando ero piccola. Voglio dire: un minimo di umanità, ci conosciamo da tanti anni, mi vedi che sto così male e ancora continui a dire “No no no, non è il vaccino, è impossibile” perché ti dicono di dire così? Non guardi in faccia a nessuno? È quello il punto: la roba spaventosa è che la gente non guarda in faccia a nessuno.
Poi ci torniamo sulla “questione di fiducia”. Dopo tutte le tribolazioni avute con le prime due dosi, quando e come sei arrivata a fare anche la terza?
La terza dose l’ho fatta che era febbraio-marzo 2022, quando era proprio ovvio che non serviva a niente, cioè che non ti proteggeva dal contagio. E poi io a quel punto avevo proprio paura. Ma l’ho fatta ugualmente perché mio marito voleva che andassimo in vacanza e si vergognava di me davanti a tutti i suoi amici “intellettuali”: si vergognava di me che ero un’ignorantella perché non mi volevo vaccinare, quindi “non credevo nella scienza” ed ero solo una visionaria allucinata secondo tutti, secondo i più. Quindi c’è stato quel periodo di circa due mesi, intorno a Natale 2021, che la seconda dose era “scaduta” e quindi ero rimasta senza Green Pass. E una cosa che mi ha ferita veramente tanto è che mio marito si vergognava di me e si vergognava di dire che io non ero vaccinata, che non potevamo andare nei posti perché io non mi ero fatta la terza dose.
E come ti ha fatto sentire che tuo marito ti dicesse queste cose?
Allora, io sono sempre stata una persona molto insicura. Non è bello da ammettere, però mi faccio condizionare, devo sempre fare le cose per far contento qualcuno… Invece se fossi stata forte gli avrei detto “No”. E io invece pur di accontentare qualcuno, pur di piacere a qualcuno ho fatto una cosa che non volevo fare… e che m’ha fatto male! Cioè, io mi sono sentita dare della stupida e invece avevo ragione! Avevo ragione e invece erano stupidi quelli che si credevano più intelligenti. E adesso me ne pento tantissimo e se potessi tornare indietro non mi vaccinerei.

Cosa è successo con la terza dose?
Allora, già alcuni mesi dopo la seconda dose di Pfizer ho iniziato ad avere delle piccole tachicardie. Ma non ce le avevo sempre, ce le avevo solo per esempio quando bevevo troppo alcol magari. Poi però, con la dose di Moderna (la terza dose), sono diventate sempre peggio. Ho iniziato ad accusarle anche quando ero stanca, o appena bevevo un po’ d’alcol. Poi da settembre sono andate sempre più peggiorando e adesso sono arrivata al punto in cui se mi alzo in piedi mi inizia a battere forte il cuore e non rallenta più. Ieri ho provato a fare una corsetta e quando sono tornata a casa alle 11 di sera avevo lo stesso 120 bpm, anche dopo 3 ore non si riprende più. Oppure quando mangio mi dà molto fastidio: non posso mangiare più di una scarsissima porzione perché poi il mio cuore si affatica e inizia la tachicardia.
E quando sono cominciate queste tachicardie cosa hai fatto? Ne hai parlato col tuo medico?
Sì, e lui in sostanza mi ha detto “Sarà l’ansia”.
E tu non ci hai creduto.
Non è che non ci ho creduto: io ci volevo anche credere che era solo ansia, però quando l’ansia non ce l’hai e il cuore ti esplode non puoi dire “c’ho il panico”. Si vedeva che non era panico, ero tranquilla. Questa è un’altra cosa, è una cosa indescrivibile. Quando ti prendono questi attacchi è come se un’onda ti travolgesse, e non capisci più niente: capisci solo che il tuo cuore sta esplodendo e non riesci a fare niente. E poi fa male. Cioè, è una fitta al petto, al torace, al braccio. Non è ansia, l’ansia non ti fa niente. Al massimo con l’ansia c’hai la dispnea, che non riesci a respirare, e la paura. Qui hai proprio il dolore, è doloroso: si tratta proprio di due cose diverse. Infatti le persone a cui l’ho raccontato si sono dimostrate preoccupate, impaurite. Anche il medico della guardia medica, il farmacista, le persone a cui lo racconto che hanno studiato un po’ mi dicono “Non è l’ansia se ti fa male il petto, il torace e il braccio sinistro”; anche i miei genitori mi hanno visto e hanno capito che non si trattava d’ansia, e loro mi conoscono da quando sono nata. Poi è una tachicardia che rimane, che non passa. È una cosa invalidante. Era evidente che era qualcosa di diverso, e piano piano infatti è venuto fuori: ho fatto delle visite cardiologiche, ho fatto l’holter…
E da queste analisi cosa è venuto fuori?
È venuto fuori che ho una tachicardia parossistica sopraventricolare, che nel mio caso è molto invalidante. Nel senso che quando hai queste cose non puoi lavorare, non puoi scrivere, non puoi pensare, non puoi fare niente… Però secondo i medici sostanzialmente non è niente, non è pericolosa.
Nel senso che non rischi un infarto?
Secondo loro non sono a rischio, anche se i sintomi che ho sono quelli dell’infarto. Però dalle analisi non sembro a rischio. Loro dicono che la conformazione è sana. Però io non mi fido, perché altre ragazze di trent’anni dopo aver fatto il vaccino hanno iniziato ad avere problemi di cuore, hanno fatto analisi che hanno detto che stavano bene, e poi sono morte magari nel sonno.
Ti riferisci alle notizie che hai letto sui giornali?
Sì. E prima non succedeva così spesso che ragazzi di trent’anni morissero di infarto o di ischemia, o comunque di “malori improvvisi”.
Per le tue tachicardie cosa devi fare? Cioè, come si gestiscono normalmente: si aspetta che passino da sole?
No. Cioè, o passano da sole oppure se sono troppo invalidanti, troppo fastidiose, come nel mio caso, che non riesco a dormire per una notte intera e quindi qualcosa devo fare anche perché la mancanza di sonno aumenta la tachicardia (e non ho nessuna intenzione di prendere gli ansiolitici), c’è la possibilità di fare un intervento, cioè un’ablazione cardiaca.
Il cardiologo cosa dice?
Il cardiologo da cui mi ha mandato il medico di base non sa cosa fare. Mi ha detto che bisogna fare altri accertamenti. Lui si è rivelato professionale, però mi ha detto “Assolutamente non è il vaccino, ce l’hanno un sacco di persone questo problema”. Secondo lui è una cosa diffusa fra le ragazze di trent’anni, perché in questa fase il cuore delle donne si deve assestare e quindi si manifestano queste aritmie.
Quindi, da parte del cardiologo, neanche il più remoto dubbio che il vaccino possa essere la causa scatenante o quantomeno una con-causa?
No, non c’è nessuna correlazione. Sicuro, ma proprio certo che non può essere stato il vaccino.
Alla faccia che quelli pieni di certezze sono i no-vax!
Ma dico: ma metti almeno un dubbio per dimostrare che sei onesto intellettualmente, almeno il dubbio! Invece no, è proprio un dogma.
Sarebbe andata meglio, dal tuo punto di vista, se ti avesse detto “Non lo sapremo mai, non c’è modo di saperlo”?
Sarebbe stato più credibile. Lui comunque dice che c’è da prendere questo betabloccante, che è un farmaco…
Sarebbe un farmaco da assumere a vita?
Sì, a vita. Oppure, se peggiora, c’è l’ablazione cardiaca.
E cosa comporta l’intervento?
I rischi sono che se l’intervento viene eseguito male ti crea una cicatrice e quindi aumentano le probabilità di un coagulo che poi ti può portare a un ictus o a una trombosi, oppure c’è la possibilità che tu debba portare un pacemaker a vita.
Con i betabloccanti riesci a condurre una vita normale?
No. Il medico mi ha detto di fare quello che riesco. Di fatto non posso bere alcol, non posso bere caffè, non posso fare attività fisica perché altrimenti inizia la tachicardia e non se ne va più. Questo con i betabloccanti. Senza sarebbe un inferno.
L’intervento, se decidi di farlo, dovrebbe risolvere le aritmie e permetterti di condurre la vita che facevi prima?
Lo spero, è quello che dice il cardiologo. Ma non mi fido più di quello che dice questa gente.
Questo calo di fiducia è dovuto all’irrigidimento dei medici sulla questione “vaccini ed effetti collaterali”? Com’era, prima, il rapporto col tuo medico di base: era un medico di cui ti fidavi, che rappresentava un punto di riferimento, oppure era il tuo medico “solo” a livello burocratico? È cambiato qualcosa in questi anni?
Allora, io in realtà non mi sono mai fidata del mio medico di base, perché non l’ho mai ritenuto una persona così sveglia. Però qualcosa è cambiato, perché dopo questi ultimi anni non ho più fiducia nei medici in generale, perché ho capito che nonostante abbiano studiato, nonostante nell’immaginario collettivo il medico sia ritenuto una sorta di “santone” da portare sul vassoio d’argento, la realtà è molto diversa. Io ho visto medici che sono proprio “venduti”, che fanno semplicemente quello che gli conviene. Si vendono anche per poco: per un po’ di visibilità, per delle piccole comodità…
L’hai visto in che senso? Parli del mondo della televisione o di persone che hai incontrato in carne ed ossa?
Parlo delle persone in carne e ossa. Perché io capisco che loro lo sanno che comunque i vaccini possono avere certi effetti. Perché chiunque si renderebbe conto, soprattutto adesso che è un’evidenza di fatto, che c’è correlazione. Infatti anche in ospedale, in pronto soccorso, quando vai lì che hai dei problemi, gli infermieri te lo chiedono con quell’espressione come di chi sa già: “Ma hai fatto i vaccini?”. Cioè, si capisce che lo chiedono perché sanno che ci potrebbe essere una correlazione, anche se non lo dicono esplicitamente. E i medici invece secondo me sono tenuti a fare meno indagini possibile e a cercare di sotterrare tutto.
Tu ti sentiresti più tranquilla se il medico di base e il cardiologo ti dicessero “Mah, sì, può essere che sia la vaccinazione, adesso cerchiamo di capire…”?
Non tranquilla. Mi sentirei più accolta. Mi sentirei di avere davanti una persona umana, e non qualcuno che è pagato, magari non proprio con i soldi ma con altri mezzi di estorsione, per eseguire degli ordini.
Hai mai sentito parlare di “effetto nocebo”? Si tratta di un analogo, in negativo, dell’effetto placebo, ovvero che se una persona teme gli effetti avversi di un farmaco ha maggiori possibilità di svilupparli.
No, non l’avevo mai sentito. Ma i miei problemi non sono dovuti a quello. Ci sono stati periodi in cui ero felicissima, che magari ero con la mia famiglia in montagna e m’è presa la tachicardia mentre ero tutta felice che sciavo in mezzo alle piste e assolutamente non stavo pensando al vaccino, quindi…
Conosci altra gente che, come te, si è vaccinata ob torto collo?
Sì.
E come stanno adesso?
Nessuno sta male come me.
E con tuo marito, dopo la “catastrofe” della terza dose, hai provato a parlarne di nuovo?
Sì, e in realtà si sta convincendo anche lui che potrebbe essere dovuto al vaccino. Infatti prima era molto convinto che avrebbe fatto la quarta dose e adesso ha dei dubbi. Anche perché non è stupido, quindi secondo me adesso sta iniziando a capire. Però non è stato facile.
Com’era? Raccontaci.
Eh, lui ha cavalcato un bel po’ l’onda della caccia alle streghe: era l’alzabandiera. Lui era uno di quelli che odiava, scherniva, sbeffeggiava i non vaccinati al punto di dire che… beh, delle cose che adesso non ho voglia di ripetere. Ci ha creduto tantissimo. Secondo me questa malattia, questo morbo, ha tirato fuori proprio il peggio di noi. Ho visto molta poca umanità. Cioè, ho visto proprio la voglia, da parte delle persone, di distruggere altre persone. Non c’è più solidarietà, non c’è premura, non c’è umanità, non c’è l’attenzione verso l’altro.
Ma tu come ti spieghi quello che è successo? Cioè, come ti spieghi che addirittura tuo marito – che immagino tu stimi e che ti stimi a sua volta, e che immagino tu ami e che ti ami a sua volta – come ti spieghi che anche lui sia arrivato a vergognarsi dei tuoi dubbi sui vaccini, a darti della “complottista irrazionale” e altre cose del genere?
Forse lui pensa che io sia inattendibile e non si fida delle mie sensazioni, delle mie opinioni perché pensa che io sia un po’ stupida. Perché lui è molto tipo “Io sono un uomo di scienza, io ho ragione e tu hai torto”.
Ma scusa, ma tu hai studiato Fisica!
Eh, lo so. Poi forse è stata anche la paura del Covid che li ha fatti reagire così. Però dopo che hai capito che non è così letale come hanno fatto credere all’inizio, che motivo c’è ancora di infierire contro chi si vuole solo preservare?
Eh: secondo te perché? Qual è il motivo?
Direi la cattiveria. “Il dio del massacro”, dal libro di Yasmina Reza che Polanski ha messo in scena. Perché secondo me negli umani c’è questa voglia di prevalere e di distruggere gli altri. Questa cosa che ci stanno sul cazzo tutti, in fondo.
Una cosa che abbiamo tutti, quindi.
Sì, però alcuni lo fanno più di altri. Cioè usano il pretesto del “io sono meglio di te” per annientare chi la pensa diversamente. Poi è un annientare brutto perché non si sta parlando di atti espliciti. Però è anche peggio quando uno ti fa sentire una nullità, ti fa sentire stupido ed emarginato, ti schernisce… è così che uno ti annulla. Poi quest’anno ho visto delle cose talmente brutte sia da parte dei vaccinati che erano fanatici sia da parte dei non vaccinati che comunque avendo subito si sono incattiviti tantissimo…
Per esempio?
Ho visto gente augurare la morte ai non vaccinati, comportarsi in maniera molto cattiva, escluderli, farli sentire emarginati, stupidi, ignoranti, cercare di farli passare per matti… Sul lavoro ho visto denigrare in maniera pesante, facendo delle frecciatine e risatine, al punto che chi non era vaccinato non lo diceva secondo me. Cioè, io mi sono vaccinata non solo per mio marito, ma anche per quello che la gente poteva pensare di me. Anche se non ci ho mai creduto nella seconda e nella terza dose, mai.
Di questi tuoi dubbi sui vaccini, nel corso dei mesi, ne hai parlato con qualcuno oltre che con i medici e con tuo marito?
No, non ne ho parlato con nessuno. Anzi, ne ho parlato con mia zia, che mi ha sempre pregata di non farlo, e io non l’ho ascoltata. Le ho anche dato della stupida. Quando sono andata a fare la prima dose le ho detto “Cosa vuoi che mi succeda? È un vaccino per la gente che sta male, bisogna farlo!”. Perché all’inizio tutti pensavano che sarebbe stato un vaccino come per esempio quello per il tetano, che ti protegge dal contagio per 10 anni, e non è che c’ha una copertura del 2% per un mese.
Hai mai pensato, da quando hai cominciato a nutrire dei dubbi nei confronti della vaccinazione anti-covid, di cercare qualcuno sul territorio con cui parlarne: magari qualche gruppo di “no-vax” o di “no-pass”?
Sì, li ho cercati su Telegram ma non li ho trovati. Adesso veramente sono iscritta a un gruppo su Telegram, un gruppo di tutta Italia. Però pure lì non mi trovo bene, perché sono tutti inviperiti contro quelli che invece sono vaccinati, e augurano il peggio a chi si è vaccinato e adesso sta male. Cioè, ridono proprio. Tutto il giorno scrivono di quelli che si sono vaccinati e che stanno male e dicono “Ah ti sta bene”.
Immagino, e mi dispiace. Secondo te cosa bisognava fare di diverso, a livello collettivo, pubblico, anche nell’ipotesi in cui i vaccini fossero un buono strumento di prevenzione?
Direi che non dovevano fare la caccia alle streghe. Anche perché non è stata fatta per quelli che non hanno fatto ai figli vaccini che invece avevano ragione di esistere…
Beh, un po’ lo hanno fatto anche con loro, eh.
Ma non così tanto, non al punto di scrivere che dovrebbero morire, che dovrebbero togliergli il voto, che non dovrebbero essere curati, che non dovrebbero respirare la loro stessa aria… Hanno detto cose anche molto più orribili che feriscono ancora di più.
Pensi che questa esperienza ti abbia cambiata?
Sì, mi ha reso molto delusa e disillusa nei confronti della gente. Il fatto è che, sarà una banalità trita e ritrita, però la gente non ha più valori: ormai sono tutti disposti a voltare le spalle a quello che hanno sempre creduto fino a quel momento solo per un piccolo tornaconto. A nessuno interessa più di nessuno, tutti che sono disposti a tutto per se stessi, per salvare se stessi. Anche per piccole cose. Cioè, venderebbero la propria madre per 10 euro in più, qualcosa del genere. È questo che mi ha sconvolto, che mi ha fatto capire a che punto siamo arrivati. Perché è questo il punto. Soprattutto i medici.
Come affronterai questa cosa?
Intanto sono incazzata. E poi domani andrò da questo medico che analizza il sangue con la tecnica della microscopia in campo oscuro, per vedere come hanno reagito i globuli rossi dei vaccinati.
Come ci sei arrivata a questo medico?
C’è un mio amico che non si è vaccinato che è “a conoscenza” di un sacco di cose (alcune vere e altre no). Lui mi ha consigliato questo medico, che è anche ricercatore e professore, che esercita nel Nord Italia e che invece di limitarsi agli esami standard, convenzionali, che ti dicono poco o niente e che si basano su una casistica che però nel caso dei vaccini anticovid non c’è perché bisognerebbe fare delle ricerche, cerca di vedere le cose in modo diverso. Ci vuole un po’ di apertura mentale, un po’ di onestà.
Di un medico del genere ti fidi di più?
Secondo me pure loro se ne approfittano, eh. Secondo me adesso comunque c’è il business di quelli che stanno male e si vanno a fare le analisi per stare meglio. Questo medico di cui ti sto parlando ha rilasciato molte video-interviste ed è diventato famosissimo. E lui, come tutti quelli che fanno la microscopia in campo oscuro, si stanno approfittando tanto di tutta quella cerchia di gente che dopo il vaccino sta male e vuole stare meglio. Considera che io non vado nemmeno da lui perché è così pieno di appuntamenti che il mio turno slitterebbe troppo in là, quindi ho scelto un suo collega cui mi hanno indirizzato le sue segretarie. Mi hanno detto che loro ricevono centinaia di richieste al giorno, e per gli esami che devo fare io si fanno pagare 130 euro. Un bel gruzzoletto. Ho parlato col medico al telefono e mi è sembrato bravo. Però è anche vero che perfino la persona più disposta quando inizia a vedere tanti zeri diventa spietata e menefreghista.
Se non ti fidi perché vai a farti le analisi e a dargli i tuoi soldi?
Perché sono gli unici che mi dicono qualcosa, magari mi possono salvare.
E da queste analisi cosa ti aspetti?
Sicuramente mi diranno che i globuli rossi si impilano tutti insieme, che ci sono delle strutture frattali che si ripetono, che si autoriproducono… Però spero che mi diano anche una soluzione. Che io c’ho il sangue devastato dal vaccino lo so, perché a quanto pare questa cosa interferisce con gli impulsi elettrici del cuore. Però voglio che mi dicano anche se c’è un modo per risolvere questa cosa, se c’è un modo per ripulirsi. Però vediamo, magari domani mi dicono che invece questa situazione non ce l’ho… anche se mi hanno detto che l’impilamento di globuli rossi interessa il 94% dei vaccinati, quindi non mi aspetto di rientrare nel 6% delle persone fortunate. Però voglio che mi dicono se c’è una soluzione. Perché se mi dicono qualcosa che so già, e cioè che sono devastata dal vaccino, di che utilità è? Io domani voglio essere curata, voglio essere ascoltata e voglio che mi si presti attenzione. Perché voglio guarire, voglio stare bene.
Pensi di tornare dal tuo medico di base con i risultati che avrai domani?
Ma il mio medico di base manco li saprà consultare quei risultati, non lo so. Io glieli faccio vedere, li faccio vedere anche al cardiologo. Però cosa mi potranno dire? Questa è una situazione del tutto nuova che nessuno sa come trattare.
E tuo figlio, invece?
Non è in età per la vaccinazione anticovid, per fortuna. Però gli abbiamo fatto fare la varicella, la rosolia… Fra un po’ tutti i vaccini, anche quelli per i bambini, saranno a mRNA.
E tu non vorresti farglieli, eventualmente?
No, perché ci vedo un non so quale disegno malato e perverso, dietro questa storia dei vaccini a mRNA
Cioè, tu dici che servono a decimare la popolazione?
Non è niente di buono. Perché ho visto l’insistenza con cui rivendicano questi vaccini a mRNA e ho capito che ci dev’essere un motivo preciso e sicuramente non nobile per cui con così tanta insistenza ce li propinano. Sicuramente il vaccino non è per migliorare le condizioni delle persone, ecco. Non posso dire che lo stanno facendo per sterminare la popolazione, perché su che base posso dire una cosa del genere? Però quella sensazione che sta succedendo qualcosa di malato e di molto perverso e diabolico c’è, non me la toglie nessuno. Questa cosa che hanno dovuto far vaccinare il mondo intero… Ma guarda che è una cosa stranissima! E che risultati hanno ottenuto? Adesso quelli che si sono vaccinati che c’hanno in più di quelli che non si sono vaccinati? Non si sono presi il Covid? No, sono stati male lo stesso!
Questa l’esperienza di Cindy.
L’indomani, nel pomeriggio, ci siamo presentate al poliambulatorio presso cui Cindy aveva preso appuntamento per la microscopia. Cindy ha rilasciato delle autodichiarazioni in cui affermava di essere stata vaccinata contro il Covid e di avere accusato una serie di effetti collaterali a seguito della vaccinazione(2)A rigore, voglio specificare che nessuno le ha chiesto il certificato di vaccinazione, né quali vaccini avesse fatto, pertanto i dati raccolti in tale ambulatorio non possono essere ritenuti, a livello di ricerca scientifica, “validi” per corroborare alcuna tesi su un’ipotetica differenza tra i globuli rossi del sangue dei vaccinati e quelli del sangue dei non vaccinati.. Dalle analisi, con grande sollievo di Cindy, non è emerso nessun rilevante “impilamento” (così viene chiamato) dei globuli rossi, sebbene questi siano risultati “agglutinati”, ovvero distribuiti in modo molto ravvicinato e caotico. Secondo il medico che ha eseguito l’analisi (di cui, sempre per motivi di privacy e tutela, visti i tempi che corrono, non ho alcuna intenzione di divulgare il nome(3)Il medico in questione è comunque regolarmente iscritto all’albo dei medici chirurghi da oltre trent’anni.) tale “agglutinamento” non è, in effetti, un fenomeno ascrivibile unicamente alla vaccinazione anticovid, giacché egli ha ammesso di aver osservato questo fenomeno anche quarant’anni fa. Con una onestà intellettuale che gli va riconosciuta perché al giorno d’oggi è merce rara, il dottore ha sottolineato più volte che l’unica cosa che lui può dire con certezza è che ha osservato questo fenomeno di “agglutinamento” (e, in altri pazienti, di “impilamento”), ma non può affermare nulla circa le cause di tale “agglutinamento”: secondo lui potrebbero essere gli effetti della vaccinazione, oppure dei metalli cui siamo esposti nella vita di tutti giorni, o delle nanoplastiche che ingeriamo, o addirittura di una infiammazione o infezione in corso. Per risolvere tale “agglutinamento”, il dottore consiglia l’ozonoterapia; che, sottolinea, ha un effetto benefico anche su un organismo sano.
Tuttavia, dal punto di vista “umano” e della capacità di costruire una “relazione di fiducia”, la visita è stata una debacle quasi totale: se Cindy sperava di trovare qualcuno che la accogliesse con tutti i suoi dubbi e che le prestasse attenzione, si è trovata invece davanti all’ennesimo “esperto” incapace di comunicare apertura verso il paziente. Ogni domanda che Cindy ha posto è stata accolta, dal medico in questione, come una “polemica” o, in quache modo, come un attacco a lui rivolto, e non come una generica richiesta di chiarimenti e rassicurazioni, o come dei “test” che è necessario superare per conquistarsi la fiducia del paziente. Tuttavia, va detto anche che il dottore è stato sufficientemente “sveglio” e “umano” da rendersi conto del fatto che Cindy fosse rimasta delusa da questo attegiamento, e da affrontare apertamente il punto con l’interessata.
Il risultato, ad ogni modo, è stato che Cindy, adesso, si fida maggiormente del suo medico di base e del suo cardiologo. E questo sarebbe un esito interessante che forse varrebbe la pena di essere approfondito. Il mondo della “medicina ufficiale”, infatti, si affanna tanto, ultimamente, a “bandire”, “radiare” o censurare in altro modo quella che alcuni intendono come una medicina “alternativa” (mentre altri la declinano più saggiamente come “complementare”). Eppure, se tanti pazienti (come la stampa ci racconta) si rivolgono sempre più spesso a medici che seguono poco i dettami della “medicina ufficiale”, quello che occorrerebbe fare prima di tutto è studiare il fenomeno. Perché se si scoprisse che molti pazienti, come Cindy, transitano per questo “mondo alternativo” al fine di tornare, in un secondo momento e con maggiore fiducia, nell’alveo della “medicina ufficiale”, non vedo di cosa si debba preoccupare tale “medicina ufficiale”, se non di una blanda e transitoria “concorrenza”. Se invece le persone che si rivolgono al mondo della medicina complementare, a differenza di Cindy, per lo più restano soddisfatte dall’esperienza al punto di non abbandonarlo più, forse ci si dovrebbe interrogare su cosa questo mondo “alternativo” offre di più rispetto al mondo “ufficiale“; perché qualcosa deve pur esserci.
Per chiudere con una riflessione personale che scaturisce dall’esperienza vissuta con Cindy, da cittadina e quindi anche da paziente, trovo che l’intero mondo medico – da quello più “prono” agli ufficialismi a quello più “ribelle” ai suoi diktat – soffra dello stesso male che attanaglia l’intera cittadinanza: ovvero quello di essere così convinti delle proprie opinioni, così catturati dalla propria prospettiva, da non essere capaci di assumere il punto di vista altrui, o quantomeno di tollerarlo, riconoscendogli esistenza e dignità. E questo è tanto più grave nel momento in cui coinvolge i professionisti della salute, che avrebbero la responsabilità di costruire quella fiducia di base che è necessaria per avviare una qualsiasi relazione di cura, e che non piove dal cielo per grazia divina, ma va costruita insieme al singolo paziente con tutta la sua autonomia di pensiero e la sua prospettiva sulla vita e sulla salute.
In una società dal rumore continuo, che stenta a trovare e mantenere un senso di comunità, dovremmo forse sforzarci tutti di tornare ad ascoltare il prossimo in silenzio. E forse scopriremo che non era tanto diverso da noi, come lo avevamo dipinto.
Note:
↑1 | Nome di fantasia a scelta dell’intervistata. Anche alcune informazioni non salienti sono state leggermente modificate al fine di tutelare la sua privacy e non renderla riconoscibile. |
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↑2 | A rigore, voglio specificare che nessuno le ha chiesto il certificato di vaccinazione, né quali vaccini avesse fatto, pertanto i dati raccolti in tale ambulatorio non possono essere ritenuti, a livello di ricerca scientifica, “validi” per corroborare alcuna tesi su un’ipotetica differenza tra i globuli rossi del sangue dei vaccinati e quelli del sangue dei non vaccinati. |
↑3 | Il medico in questione è comunque regolarmente iscritto all’albo dei medici chirurghi da oltre trent’anni. |
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